giovedì 11 dicembre 2014

ChimicaMente 2014 premia i vincitori tra cui il Liceo Tecnico “Pertini” di Alatri (FR)

BASF premia la conoscenza della chimica”: questo il titolo dell’evento di premiazione organizzato da BASF, in partnership con Federchimica, che si è svolto oggi presso il Centro culturale Zétema “Aldo Fabrizi”.
La premiazione, che ha visto la partecipazione di circa cento studenti provenienti dagli Istituti Superiori del Lazio, è stato l’evento conclusivo della quinta edizione di “ChimicaMente”, il progetto promosso dalla Divisione Catalizzatori di BASF per promuovere la conoscenza della chimica, una delle molte iniziative dedicate al mondo della scuola.

L’edizione 2014 ha sfidato le classi chiedendo loro di elaborare una campagna pubblicitaria per promuovere la conoscenza della chimica.
La creatività e l’impegno degli studenti e dei docenti sono stati premiati da BASF con prodotti tecnologici per un valore di: euro 3.000, assegnati al vincitore della competizione, il Liceo “E. Montale”; euro 2.500 per il secondo classificato, lo storico Liceo Artistico “Ripetta”; euro 2.000 per il terzo classificato, il Liceo Tecnico “Pertini” di Alatri (FR).
L’evento è stato anche l’occasione per presentare il Creator SpaceTM, il programma promosso da BASF per celebrare il suo 150esimo anniversario.
Come affermato da Michele Samoggia, Site Relations Manager di BASF a Roma, “tutte le iniziative di celebrazione che si susseguiranno nel corso del 2015 avranno come presupposto fondamentale il principio di co-creation”. “Questo”, continua Samoggia, “si traduce nella volontà di voler ragionare insieme a tutti i nostri stakeholders su tre dei grandi temi del nostro tempo: energia, nutrizione e urban living”.
Argomenti sui quali BASF a Roma ha già iniziato a confrontarsi raccogliendo le idee e i progetti raccontati dai rappresentanti di “RhOME for Dencity”, “Walls”, “Fab Lab Roma Makers” e “Visual Food”, invitati per l’occasione e che rappresentano alcune delle realtà più creative presenti a Roma su questi temi.
Ad ospitare l’evento è stato il Centro Culturale Zètema “Aldo Fabrizi” che si conferma in questo modo un dei principali luoghi di aggregazione a San Basilio, capace di promuovere momenti di ascolto degli studenti e delle start-up presenti sul territorio.

martedì 16 settembre 2014

Fuoriclasse: il vaccino contro la dispersione scolastica

Il vaccino contro la Dispersione scolastica c’è! Si chiama progetto “Fuoriclasse”.  
L’ha messo a punto Save the Children in collaborazione con Libera. 
 L’hanno  finanziato Bulgari e la Fondazione per il Sud.  La Fondazione Agnelli ne ha valutato l’impatto reale e venerdì 12 settembre è stato servito su un piatto d’argento al Ministero della Pubblica istruzione per essere replicato nelle scuole italiane. Roberto Reggi, sottosegretario di Stato al MIUR, ha ringraziato, ha apprezzato ed ha condiviso il metodo. Infine, ha promesso!

I NUMERI della Dispersione Scolastica

In Italia i numeri sulla Dispersione scolastica sono allarmanti: nel 2013 sono stati 110.000  i giovani in età compresa fra i 18 e i 24 anni che hanno abbandonato la scuola e non hanno seguito nessun altro percorso formativo. Un ritiro troppo precoce dal mondo dell’istruzione e soprattutto un ritiro in massa (il 17%) che l’Europa osserva con preoccupazione e che ci impone di ridurre  al 10% entro il 2020.
I MOTIVI della Dispersione Scolastica
Perché i giovani italiani abbandonano la scuola ? Perché non la trovano utile (mi serve andare a scuola?),  non riescono a trovare un “senso” nella frequentazione della scuola, si pongono in maniera apatica rispetto  a ciò che la scuola offre, e perciò si sentono inadeguati rispetto a quello che la scuola gli richiede. La Dispersione, quindi, limita l’attuazione dei Diritti dei Bambini, soprattutto del diritto allo studio (art 28 della CRC) e all’educazione (art 29), denuncia Save the Children.

IL PROGETTO “FUORICLASSE”

Ecco, quindi, il progetto Fuoriclasse che viene avviato nel 2012 in alcune scuole di Napoli, Scalea e Crotone, coinvolge direttamente 750 ragazzi fra i 9 e i 13 anni (indirettamente ne coinvolge 4.250) e porta a casa risultati sorprendenti: i ragazzi riacquistano fiducia e voglia di andare a scuola, gli ingressi in ritardo alle lezioni si  dimezzano e i ritardi cronici diminuiscono come pure le assenze (11 giorni in più su base annua), e le famiglie ricominciano a interessarsi dell’andamento scolastico dei propri figli. Così anche il rendimento scolastico migliora!
“Abbiamo trovato un buon metodo, un metodo scientifico, un metodo che funziona e speriamo che il progetto FUORICLASSE possa essere un esempio” dice Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. E il progetto ha tutte le carte in regola per funzionare.

“Il progetto FUORICLASSE  nasce da due anni di ascolto, non nasce a tavolino” spiega Raffaella Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children Italia “ perché la dispersione scolastica è solo la punta di un icerberg”.

Attraverso una metodologia centrata sulla partecipazione attiva degli studenti, il programma utilizza un approccio integrato e multi-situato che prevede varie tipologie di interventi rivolte al gruppo classe, all’interazione tra attività realizzate in contesti formali e non formali, ai docenti, all’interazione tra educatori/formatori esterni e docenti, al rafforzamento delle reti tra scuole e famiglie. La prevenzione viene fatta sia in ambito scolastico che extra scolastico con laboratori motivazionali, sostegno allo studio, campi scuola e Consigli Consultivi, spazi di dialogo permanete tra docenti e studenti

Sara Musa

mercoledì 19 marzo 2014

Studenti stranieri: alla maturità il 7,4% prende più di 90 ai licei. Boom di ragazze iscritte alle superiori



Sempre più numerosi, ma anche più bravi a scuola. La fotografia scattata dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, in collaborazione con la Fondazione Ismu (l’Istituto per lo Studio della Multietnicità), offre alcune conferme, ma anche nuovi spunti, sugli “Alunni con cittadinanza non italiana”. L'indagine si riferisce a quelli che hanno frequentato l'anno scolastico 2012/2013.

I numeri
Dall'analisi statistica emerge che gli alunni con cittadinanza non italiana continuano a crescere di numero e anche di percentuale: sono 786.630, l'8,8% sul totale degli iscritti nelle scuole italiane. Nell'anno scolastico precedente erano l'8,4%. Il grande boom di presenze comunque sembra essersi arrestato: l'aumento medio annuo è stato di 60/70mila unità dal 2002/2003 al 2007/2008 mentre si è mostrato più ridotto e instabile negli anni successivi. Sono sempre di più, comunque, gli alunni di seconda generazione: il 47,2% degli studenti stranieri sono nati in Italia. Percentuale che sale all'80% nelle scuole dell'infanzia e al 60% nella primaria. Gli alunni con cittadinanza non italiana sono presenti soprattutto nelle regioni del Nord e del Centro, concentrati in particolare nelle province di media e piccola dimensione. Quanto alla nazionalità è confermato il primato, ormai pluriennale, degli alunni rumeni (sono 148.602), seguiti dagli albanesi (104.710) e dai marocchini (98.106). E, se si guarda al genere, le femmine sono quasi pari alle compagne di origine italiana. Nelle scuole superiori le studentesse di origine immigrata addirittura superano per incidenza quelle italiane. In particolare nel Nord est sono il 50,4% contro il 49,1%.

I risultati scolastici
Ma è soprattutto nei risultati scolastici che gli alunni con cittadinanza non italiana guadagnano terreno. E questo pur rimanendo, secondo il rapporto del Miur, in livelli di "ritardo scolastico ancora significativi". L'integrazione sta diventando una realtà, e la scuola ne è contemporaneamente la cartina di tornasole e il motore. Il ritardo quasi si annulla per gli studenti con diversa cittadinanza che però sono nati nel nostro Paese: le loro performance si avvicinano a quelle degli italiani (in particolare nelle prove di lingua straniera) e sono nettamente migliori di quelle dei loro compagni nati all'estero. In alcune regioni del Sud le differenze tra gli italiani e gli studenti di seconda generazione tendono addirittura ad invertirsi: in Campania gli stranieri nati in Italia fin dalla scuola primaria hanno un rendimento migliore dei loro compagni di classe figli di italiani. Stanno diventando più bravi. E si presentano sempre più in anticipo sui banchi. Quasi cinque alunni su cento (il 4,8%) iniziano la scuola primaria a cinque anni, un dato in aumento e in linea con la tendenza all'anticipo di tutti gli studenti. E differenze eclatanti non ci sono anche nella distribuzione dei voti della maturità, più o meno omogenei in quasi tutti i tipi di indirizzo, ad eccezione dei licei dove il 7,4% degli alunni con cittadinanza non italiana esce con un voto superiore al 90/100, contro il 13,7% degli italiani. Sono in crescita anche gli stranieri che, dopo aver preso il diploma in Italia, scelgono di proseguire gli studi all'Università: nell'anno scolastico hanno toccato una punta del 3,1%. Sono, ed è un dato di solito poco conosciuto, la maggioranza degli immatricolati con cittadinanza non italiana presenti nelle facoltà italiane.

Formazione tecnica in pole position
La formazione tecnica e professionale è sempre in testa alle preferenze dei ragazzi con cittadinanza non italiana (scelta dall’80% degli alunni), mentre l'avvio al liceo o all'istruzione artistica interessa poco più di 2 su 10. Una scelta dettata prevalentemente da ragioni economiche: la necessità di un lasciapassare qualificato ma rapido per il mondo del lavoro. A Nord Est l'iscrizione agli istituti professionali raggiunge la punta massima del 42,1%. In Emilia Romagna il 46,5% degli alunni stranieri frequenta questo indirizzo. I licei sono la prima scelta per gli immigrati provenienti da Romania, Ucraina e Albania.

Alunni con disabilità
C'è anche una novità assoluta. Il Rapporto 2012/2013 per la prima volta si occupa di alunni stranieri con disabilità certificata (visiva, uditiva e psico-fisica). Negli ultimi cinque anni la loro presenza è praticamente raddoppiata: ora sono il 3,1% tra gli alunni con cittadinanza non italiana e il 10,8% tra gli alunni con disabilità. Un dato che rivela la capacità della scuola italiana di saper dare risposte e assistenza formativa a situazioni difficili.